Psicologia Servizio Disturbi Alimentari

Chi siamo?

Siamo un gruppo di professionisti (psicologa, psicoterapeuta, nutrizionista, medici e pediatri endocrinologi e allergologi) con un’attenzione dedicata al settore dell’alimentazione: ognuno di noi possiede un’accurata preparazione clinica generale e un’attenzione specifica nel campo dei disturbi alimentari. Collaboriamo in ottica sia preventiva che di gestione del problema conclamato.

In particolare, la stretta collaborazione tra nutrizionista e psicoterapeuta è indispensabile nel raggiungere un miglioramento dello stato di salute. Le due figure sono tenute infatti ad interfacciarsi continuamente scambiandosi informazioni apprese dal paziente che possano diventare strumenti per monitorare progressi o regressi valutati dall’altro.

Attraverso la  visita nutrizionale, lo specialista indaga caratteristiche e abitudini dello stile alimentare del paziente, puntando a fornirgli elementi concreti per riuscire a far prendere coscienza del proprio peso e concordando con il paziente stesso una proposta che sappia guidare verso scelte alimentari sane; diete vere e proprie non verranno prescritte in quanto perpetuerebbero il disturbo essendo patologie con componente psicologica. La finalità del percorso nutrizionale è la rieducazione alimentare.

Il Servizio di Psicologia si occupa della presa in carico della componente psichica del disagio correlato ai disturbi dell’alimentazione, sia lievi (anomalie alimentari), sia di rilevanza psicopatologica (bulimia, obesità, binge eating, anoressia, disturbi dell’alimentazione non altrimenti classificati).

 Picasso – Ragazza di fronte allo specchio

 

A chi ci rivolgiamo?

  • a chiunque sperimenti una sofferenza psicologica correlata a disturbi dell’alimentazione, anche di lieve entità
  • ai familiari di persone con disturbi dell’alimentazione
  • ai genitori alle prese con le prime evidenze di difficoltà alimentari nei loro figli, bambini o adolescenti
  • agli insegnanti, non solo di adolescenti ma anche di bambini: le ricerche più recenti rilevano come i problemi alimentari siano sempre più precoci
  • ai medici di base, a volte in difficoltà nel trattare o inviare a uno specialista i propri assistiti che soffrono di un disturbo alimentare
  • ai pediatri, che si occupano della delicatissima fase dell’alimentazione nei primi mesi di vita e dell’apprendimento delle abitudini alimentari durante l’infanzia

Nell’instaurarsi della situazioni di patologia conclamata, poi, i fattori intrapsichici interagiscono chiaramente con un particolare contesto socioculturale: il disturbo dell’alimentazione diviene una soluzione sempre più comune di fronte a fattori stressanti psicologici, sociali e familiari.

Vi sono molteplici tipologie di disturbi alimentari, anche se le categorie evidenti più rilevanti sono due: anoressia nervosa e bulimia nervosa.

L’anoressia nervosa si caratterizza per una ricerca ossessiva della magrezza, con forte timore di ingrassare, anche quando si è sottopeso. Sono inoltre presenti alterazioni del modo in cui la persona percepisce il proprio corpo: il peso influenza in modo massiccio l’autostima e l’umore e spesso vi è il rifiuto di ammettere la gravità della situazione. Nelle donne si accompagna ad amenorrea.

 Munch, Pubertà

 

La bulimia nervosa si caratterizza per frequenti e ricorrenti abbuffate in cui la persona mangia quantità di cibo significativamente maggiori rispetto a quanto normalmente si mangerebbe; queste abbuffate si associano ad un senso di perdita di controllo (non si riesce a smettere di mangiare) e successivo senso di colpa per quanto fatto. Seguono ricorrenti ed inappropriate condotte compensatorie per evitare l’aumento di peso e l’autostima è indebitamente influenzata dal peso.

Che cosa facciamo?

Svolgiamo un’attività diagnostica e di “consulenza clinica”: proponiamo un percorso articolato al bisogno con varie figure, e che consenta al paziente di condividere e riflettere con il clinico sugli elementi emersi, in un assetto volto soprattutto a chiarire, descrivere e comprendere l’origine del disturbo, le sue caratteristiche e le difficoltà a esso correlate.
La prima fase della presa in carico consiste in:

  • un accurato lavoro di ricostruzione della propria storia (con il paziente e, se possibile, la madre e/o il padre, in sedute separate)
  • un approfondimento sul comportamento alimentare personale e familiare
  • eventuale somministrazione di test per indagare il sintomo e i tratti psicologici della persona

Segue eventuale indicazione alla psicoterapia per la gestione del sintomo e la comprensione delle radici psicologiche che lo determinano.